Indice delle lezioni

 

Nella lezione precedente mi sono proposto di approfondire la ricerca sull’amore. Dai tempi in cui scrivevo Camminare ne ho elaborato un’idea basata sul crescere: amore significa crescere e far crescere. La trovo una definizione efficace, ma tiene troppo implicite le implicazioni emotive, affettive; è ovvio che nel crescere e far crescere si pongono in essere meccanismi di coinvolgimento del cuore, ma la definizione non lo pone in evidenza. Da questo punto di vista anche la ricerca che finora ho compiuto a proposito della spiritualità può peccare di freddezza o razionalismo, nonostante abbia affrontato temi come la mancanza di controllo e l’essere presi da essa. D’altra parte, ciò ha procurato il vantaggio di una trattazione chiara, corretta, adatta a porre basi solide per gli sviluppi successivi.

Tornando alla questione, sarà facile osservare, per esempio, che il concetto del crescere e far crescere, se si presta ottimamente ad interpretare l’amore per i figli, non fa afferrare con sufficiente chiarezza tutta l’emozionalità che si viene a creare tra due innamorati. È ovvio che la si potrà far rientrare lo stesso in quest’ermeneutica, ma umanamente abbiamo bisogno di concetti che possano fare il più possibile da guida e contengano quindi nei modi possibilmente più espliciti almeno ciò che si fa percepire come più importante.

A questo punto del cammino credo che ci troviamo nelle condizioni per avvalerci di un servizio reciproco tra amore e spiritualità: dire che l’amore è spiritualità, oltre che essere un “crescere e far crescere”, consente di porre in maggior rilievo la componente emotiva; viceversa, dire che la spiritualità umana è amore evidenzia che essa è un affare da esseri umani e comporta un coinvolgimento del cuore.

Ciò che ci proponiamo di approfondire qui sull’amore non è il tutto o l’essenza; tentiamo piuttosto di individuare le vie di approfondimento più fruttuose per noi che viviamo oggi in quest’epoca storica. Lasciamo alla psicologia il compito di descrivere personalità capaci di ospitare in sé tutta la ricchezza dell’amore o, al contrario, personalità vittime di problemi e quindi non in grado di porre in atto comportamenti che mostrino questa ricchezza.

Da un punto di vista spirituale, trovo fruttuoso evidenziare l’amore come moto che ognuno dei due innamorati forma nel cuore dell’altro; cioè, io innamorato sento che la persona che amo sta percorrendo una via dentro il mio cuore, senza che io possa averne totale controllo, e posso percepire anche che allo stesso modo io sto facendo sentire un mio creare una mia via nel cuore dell’altra persona. Ciò viene ad essere vicino al concetto dinamico del “crescere e far crescere”: si tratta adesso della percezione di un crescere, di un farsi strada dell’altro dentro di me e viceversa.

Per inciso, notiamo che un passo nel libro dei Proverbi, 30,18-19, richiama questo camminare reciproco dell’uno dentro l’altro, ma lì sembra che il riferimento sia più direttamente ai rapporti sessuali, peraltro considerati da un punto di vista negativo: “Tre cose mi sono difficili, anzi quattro, che io non comprendo: il sentiero dell’aquila nell’aria, il sentiero del serpente sulla roccia, il sentiero della nave in alto mare, il sentiero dell’uomo in una giovane”.

A quest’idea del camminare reciproco l’uno dentro l’altro aggiungerei la responsabilità, che poi non è altro che uso del senso critico; responsabilità da intendere non tanto come gravame, quanto come piacere di percepirsi adulti e di gestire le sensazioni esercitando la propria libertà costruttiva.

In sintesi, l’amore viene a risultare quindi un camminare e far camminare, non solo l’uno per l’altro, ma anche l’uno nel cuore dell’altro, sentendolo, e con il piacere di esercitare una responsabilità e libertà.

Riassunto del video

La sensibilità sperimentata nell’amore può ridursi a passività, autocompiacimento, perciò è importante che essa sia anche cammino.