Chi percorre con impegno un serio cammino spirituale costruisce in sé una personalità. Ma cosa significa personalità, specialmente nel nostro contesto di spiritualità? Il vocabolario servirà a poco in questo caso, poiché vi troveremo definizioni troppo semplici oppure troppo complesse; le enciclopedie assumono come riferimento la psicologia, ma da un punto di vista spirituale intuiamo che la personalità è qualcosa di più di ciò che la psicologia riesce ad individuare. Ci può essere d’aiuto in questo caso proprio la percezione più corrente e banale che spesso circola riguardo alla personalità: non è raro vedere che essa viene spesso considerata sinonimo di cocciutaggine, testardaggine, ma, ancora più precisamente, sapere quel che si vuole. In questo senso possiamo osservare che certi bambini, o perfino certi animali, rispetto ai loro simili mostrano di compiere le loro scelte con maggiore decisione e maggiore capacità di difenderle, in un modo o nell’altro. Naturalmente, sapere quel che si vuole ha un valore molto diverso tra chi è certo di volere una caramella e chi invece, ad esempio, vuole decisamente crescere nella propria capacità di amare. Ci può essere chi ritenga di avere grande personalità semplicemente perché ha dei gusti particolari riguardo alla moda, o alle canzoni che gli piacciono, o a ciò che preferisce acquistare al supermercato; insomma, l’industria è in grado di ingannarci profondamente, rendendoci macchine consumatrici che credono di avere una marcata personalità per il semplice fatto di scegliere un prodotto al posto di un altro. Intuiamo così che oggi la spersonalizzazione è enorme in tutto il mondo, perché l’industria si è ormai armata di un arsenale di scaltrezze psicologiche, in grado di farci volere ciò che ci asservisce, ci omologa, ci rende gregge. D’altra parte, anche l’autocompiacimento dei discorsi filosofici da salotto può costituire un grandissimo autoinganno riguardo al percepirsi come aventi personalità.
Dunque, una volta che l’inganno riguardo al ritenersi dotati di forte personalità può nascondersi in ogni angolo, cosa potrà farci da guida a qualcosa che sia veramente originale, valido, creativo? Il percorso che ho vissuto e continuo a perseguire da anni nella mia vita continua a dirmi che la via è… la via, cioè la via per avere personalità è camminare. Ciò è dovuto al fatto che camminare significa anche lavoro continuo di autocritica, quindi sforzo continuo di crescere e di valutare i criteri che stiamo usando per farlo. Se uno cammina, non ha bisogno di essere un dotto, o un testardo, oppure uno che prende decisioni con rapidità, per poter avere personalità: se cammina ha già il massimo della personalità e tutto ciò che gli serve perché la sua personalità cresca in continuazione.
A questo proposito trovo significativa l’indicazione di Gesù “Beati i poveri in spirito” (Mt 5,3). Il povero in spirito può sembrare corrispondere esattamente a chi viene percepito come mancante di personalità, povero in personalità. Possiamo però tener presente che spesso i detti di Gesù assumono un senso più chiaro e significativo se intesi come autopercezione: beati coloro che si autopercepiscono poveri in spirito. Detto così, il nostro pensiero vola immediatamente a Socrate, che era intimamente orgoglioso di poter dire “So di non sapere“. Non è questione di fare i modesti, ma di autoconsiderarci persone su strada, che hanno strada da fare e trovano nel camminare una personalità che cresce dentro.
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